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La parola a don Franco

La parola a don Franco

 

 

Carissimi,

con la festa dei Santi Pietro e Paolo, celebriamo la gioia del dono della custodia e dell’annuncio della nostra fede. Pietro e Paolo: così diversi, così straordinariamente diversi! Il pescatore di Cafarnao, uomo semplice e rozzo, entusiasta e irruente, generoso e fragile e l’intellettuale raffinato, lo zelante persecutore, il convertito divorato dalla passione dei neofiti. Nulla avrebbe potuto mettere insieme due persone diverse. Nulla. Solo Cristo. Pietro, anzitutto. Pietro che segue il Maestro con irruenza, poco abituato alle sottili disquisizioni teologiche. Pietro che ama profondamente Gesù, che ne scruta i passi. Pietro il generoso e che pure sa poco di diplomazia e il più delle volte interviene grossolanamente e a sproposito… Pietro che viene scelto, proprio lui, colui che aveva tradito Cristo ma che pianse amaramente il suo peccato, per essere il capo del gruppo, per garantire nella fede i fratelli. E Paolo, così diverso da Pietro. Paolo lo studioso, l’intellettuale, il polemico, il credente intransigente e fanatico che si trova per terra davanti alla luce del Nazareno, ci ricorda l’ardore della fede, l’ansia dell’annuncio, il dono del carisma, il fuoco dello Spirito. Senza di lui il cristianesimo sarebbe rimasto chiuso nell’angusto spazio dell’esperienza di Israele. Grazie a Paolo le mura sono state abbattute. Grazie a lui e alla sua forza il Vangelo ha travalicato la storia.

Le figure di queste due grandi colonne della Chiesa, ci insegnano ad uscire dal nostro piccolo orto, dalla nostra meschina certezza di considerarci gli unici depositari della fede, gli unici capaci di seguire Cristo. Quante volte, Pietro e Paolo se le sono date di santa ragione per sostenere ognuno la propria idea. E senza cambiarla, si sono sempre accettati coscienti che l’unità nella diversità è fonte di arricchimento e di crescita. Riusciremo anche noi a metterci sulla loro strada?

Permettetemi ora di spezzare una lancia a favore dei giovani animatori del Centro Estivo da poco iniziato. A volte viene spontaneo, leggendo fatti di cronaca, criticare i giovani per la loro incapacità o poca voglia di impegnarsi in qualche cosa di costruttivo, che costa sacrificio e non ha un riscontro economico. La risposta a queste critiche la danno le decine di giovani che da settimane ormai sono impegnati a preparare un ambiente e un programma che aiuti i nostri bambini a passare le vacanze in modo costruttivo e divertente. A questo punto mi sento in dovere in nome della nostra comunità di esprimere un grazie sincero a questi giovani per il loro impegno e per la loro serietà. E’ la volta di dire che l’esempio viene dei giovani. Saranno capaci gli adulti a recepire questo messaggio presentandosi numerosi ogni mattina al nostro oratorio di via Lanino per collaborare alla riuscita dell’estate giovani?  Sono sicuro che don Jarek e gli animatori vi accoglieranno a braccia aperte.

Buone vacanze a tutti,

don Franco

Autore2

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